di Mario Tosetti
Circa un mese fa un giovane uomo nell’area metropolitana di New York è rimasto parzialmente paralizzato a causa della poliomielite. La notizia ha destato non poco scalpore, non solo perchè si tratta del terzo virus a diffondersi in soli tre anni -insieme al covid e al vaiolo delle scimmie- ma anche perchè erano decenni che la poliomielite era sparita dai paesi ricchi grazie alle migliori condizioni igieniche e le vaccinazioni. In particolare, l’ultimo caso naturale è stato registrato nel 1979 negli Stati Uniti, nel 1994 per nel continente americano e nel 2003 nel Regno Unito. Ad oggi, però, i risultati dei test sulle acque reflue hanno dimostrato che la poliomielite circola probabilmente da febbraio a Londra e da almeno diversi mesi a New York.
Per gli esperti di sanità pubblica i nuovi casi di poliomielite rappresentano una vera e propria emergenza, soprattutto se si considera che per ogni persona paralizzata ce ne sono altre centinaia che hanno probabilmente contratto infezioni asintomatiche, offrendo al virus un rifugio per replicarsi e diffondersi. Così, il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, ha avvertito che siamo di fronte ad una situazione critica, un vero e proprio “campanello d’allarme per tutti”. Secondo Kluge “tutti coloro che non sono vaccinati, o i cui figli hanno saltato le vaccinazioni programmate, dovrebbero effettuare la vaccinazione il prima possibile”.