di Emilia Morelli

Putin ha ufficialmente acconsentito alla cessione di Enel Russia a Lukoil e GazpromBank-Frezia. Si è, quindi, espressa favorevolmente all’operazione la  commissione speciale, istituita da Mosca dopo il decreto presidenziale che ha congelato tutte le cessioni di asset russi da parte di aziende straniere, tenendo conto dell’interesse dei due acquirenti di Stato ad acquisire l’intera quota di maggioranza detenuta da Enel, il 56,4%, nella società che ha in portafoglio 4 grandi centrali termoelettriche.

Dopo un primo rifiuto il 5 agosto scorso, attraverso un decreto  con cui il Cremlino ha di fatto bloccato l’accordo di cessione che Enel aveva siglato circa due mesi prima -il 16 giugno-  e che prevedeva un prezzo di vendita di circa 137 milioni di euro, la nuova presa di posizione favorevole all’operazione comporterà il passaggio nelle mani di Lukoil e Gazprombank-Frezia di tutti gli asset di generazione elettrica detenuti da Enel in Russia, che includono circa 5,6 GW di capacità convenzionale e circa 300 MW di capacità eolica in diverse fasi di sviluppo.

Secondo le stime di Enel, ha spiegato l ‘ad Francesco Starace, si tratta di un’operazione  che “genererà un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto consolidato per circa 550 milioni di euro e un impatto negativo sull’utile netto reported di circa 1,3 miliardi di euro, principalmente dovuto al rilascio della riserva di conversione cambi, per circa 1,1 miliardi di euro”.

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