Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine del G20 di Bali ha annunciato l’imminente Cdm per l’approvazione della Manovra per il 21 novembre. “Dobbiamo fare presto”, ha sottolineato

di Carlo Longo

“L’impegno che ci siamo presi è di convocare un consiglio dei ministri lunedì”, è con queste parole che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine del G20 a Bali, ha annunciato la prossima riunione in vista della necessaria approvazione della Manovra. “Dobbiamo fare presto”, ha aggiunto Giorgetti evidenziando come di fatto sia necessario trovare una quadra sul credito d’imposta. “Serve un alert sul fatto che la cessione dei crediti non è scontata. Salvo il pregresso, lo Stato non può continuare a garantire il ritmo del credito d’imposta attuale. Bisogna capire se da parte del sistema bancario arrivi una opportuna proposta” ha aggiunto Giorgetti.

In primo luogo la flat tax. Mentre sembra confermata la volontà di applicare la tassa unica al 15% per autonomi e partite Iva dagli attuali 65 mila euro ad 85 mila euro, il discorso non appare ugualmente lineare per i dipendenti in quanto introdurre una tassazione agevolata al 15% ai lavoratori stipendiati commisurati sugli aumenti del triennio precedente comporterebbe evidentemente “numeri robusti”. In proposito, però, il sottosegretario all’Economia Federico Freni, vicino alla Lega, non chiude del tutto la porta: “Ci stiamo lavorando, le cose buone hanno bisogno del tempo giusto”.
Sembra godere di maggiore certezza la previsione secondo cui i lavoratori potranno godere di un fisco agevolato sui premi di produttività. Sul punto il governo Meloni si trova di fronte ad un bivio: dimezzare l’imposizione al 5% oppure confermare il 10%, però applicando il 15% nella parte che supera i 3mila euro.  Discorso a se meritano i fringe benefit che sono compresi nell’ultimo dl Aiuti- Quater, sebbene la misura sia valida esclusivamente per il periodo d’imposta 2022.
Appare, comunque, impellente nella Manovra una misura sul cuneo fiscale considerato che ad oggi in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, tra i peggiori a livello internazionale. Se da un lato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto un intervento drastico il governo sembra intenzionato a rifinanziare con 3,5/4 miliardi il taglio del cuneo retributivo di 2 punti introdotto dal governo Draghi che sarebbe altrimenti in scadenza a fine dicembre.