La Cina sta allentando le restrizioni per il contenimento del contagio ma la situazione epidemiologica appare tutt’altro che sotto controllo. La scelta cinese preoccupa la comunità internazionale e molti Paesi si stanno attrezzando per il tracciamento dei contagi. In Italia il ministro della Salute Orazio Schillaci ha introdotto l’obbligo di effettuare il tampone a tutti i passeggeri provenienti dalla Cina. A Malpensa uno su due è positivo
di Emilia Morelli
In Cina si stanno progressivamente allentando le restrizioni anti-Covid: da Paese con le misure anticontagio più dure al mondo si passa alla semi libertà. Il leader di Hong Kong John Lee ha citato gli alti tassi di vaccinazione come uno dei motivi per revocare le restrizioni: il 93% della popolazione ha ricevuto due vaccini, mentre oltre l’83% ne ha ricevuti tre. A differenza della Cina continentale, che ha sviluppato i propri vaccini, Hong Kong ha utilizzato anche i vaccini a mRNA che si sono dimostrati più efficaci. Eppure, la situazione epidemiologica in Cina appare tutt’altro che sotto controllo. Ospedali e forni crematori in tutto il gigante asiatico sono sotto pressione ormai da settimane per l’aumento dei contagi e dei morti, non registrati come dovuti al Covid, e la situazione preoccupa già da giorni l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Così, molti Paesi tra cui l’Italia hanno deciso di introdurre misure di contenimento e tracciamento per tutti colo che arrivano da Pechino e da tutti gli altri Paesi cinesi. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha introdotto l’obbligo di effettuare il tampone a tutti i passeggeri provenienti dalla Cina. “Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei Ministri convocato oggi”, ha affermato Schillaci.
Già prima della disposizione ministeriale, comunque, autonomamente gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino avevano cominciato ed effettuare i test sui passeggeri “sospetti”. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, aveva spiegato: “In attesa delle disposizioni nazionali, riprendono i test all’aeroporto internazionale di Fiumicino per i voli che provengono dalla Cina” precisa D’Amato, aggiungendo che “i test si svolgeranno con le consuete modalità, sotto la supervisione dell’Istituto Spallanzani e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia, le ultime notizie sul Covid ci spingono a tenere alta l’attenzione”. A Fiumicino l’area test Covid avrebbe dovuto restare chiusa, ma l’evolversi della situazione in Cina ne ha necessitato l’attivazione. Le disposizioni regionali prevedono che, coloro che risulteranno positivi al tampone saranno isolati in apposite strutture.
A Milano Malpensa, dove erano state attrezzate delle apposite aree per il Covid Test, e il risultato è abbastanza significativo: nel 26 dicembre uno su due tra i passeggeri arrivati dalla Cina a bordo di due voli è risultato positivo al Covid. “Sul primo volo su 92 passeggeri sono 35 (il 38%) i positivi. Nel secondo, su 120 passeggeri, 62 (il 52%) sono positivi”. Adesso “abbiamo attivato la procedura per il sequenziamento – ha concluso Bertolaso – e domani mattina avremo i primi risultati”, ha spiegato l’assessore di Regione Lombardia al Welfare, Guido Bertolaso.
Preoccupazione per la fine delle restrizioni in Cina sono avvertite unanimemente dalla comunità internazionale. Gli Stati Uniti stanno valutando una stretta e il Giappone ha già preso provvedimenti. Il primo ministro, Fumio Kishida, ha annunciato che chi entrerà nel Paese dalla Cina dovrà presentare l’esito negativo di un tampone a partire dal 30 dicembre prossimo, ma la situazione del Covid in Cina preoccupa anche altri Paesi. Ma non solo, anche l’India, già dalla settimana scorsa aveva reso obbligatorio il tampone per chi entra non solo dalla Cina ma anche da Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Thailandia; a Delhi si è deciso inoltre di assistere i primi viaggiatori risultati positivi dopo il rientro dalla Cina.
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