Giornata nera per Deutsche Bank, il titolo ha registrato robuste vendite sin dalla mattina e ha chiuso sotto quota a -8,5%. Il cancelliere tedesco Olaf Sholz, comunque, non appare preoccupato e rassicurazioni sulla tenuta del sistema bancario europeo pervengono tanto dal Consiglio europeo quanto dalla Bce

di Corinna Pindaro

La solidità del sistema bancario appare tutt’altro che certo. A poco più di una settimana dal crollo di Credit Suissse e a due settimane dal fallimento della SVB, nonostante le rassicurazioni da parte delle autorità, le banche tornano nell’occhio del ciclone. Questa volta tocca a Deutsche Bank, colpita dalle vendite dei titoli fin dal momento dell’apertura della giornata e che in chiusura ha un valore sotto quota, intorno gli otto euro. Il titolo ha poi dimezzato il crollo iniziale ma il bilancio finale resta pesante: -8,5% a 8,54 euro, sui minimi da ottobre 2022.

A determinare il forte aumento delle vendite è stato l’altrettanto brusco aumento dei Credit default swap, vale a dire il costo dell’acquisto di un’assicurazione per proteggersi da eventuale insolvenza, che nel caso della banca tedesca ha toccato il massimo degli ultimi 4 anni.  Deutsche Bank ha annunciato questa mattina il rimborso di 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028, mentre ieri due banche minori tedesche – Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank – hanno reso noto di rinunciare al rimborso delle loro obbligazioni AT1, tipologia di bond finite nell’occhio del ciclone con il salvataggio del Credit Suisse.

La vicenda, almeno apparentemente, non sembra destare preoccupazione per il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha respinto il paragone tra Deutsche Bank e Credit Suisse. “Deutsche Bank ha radicalmente modernizzato il suo modello di business e ha riorganizzato la propria attività, è una banca molto redditizia. Non c’è nulla di cui preoccuparsi”, ha assicurato Scholz.

La Deutsche Bank dopo alcuni anni di turbolenza aveva riportato per ben 10 trimestri consecutivi utili, chiuso l’esercizio  2022 con un risultato netto di 5,7 miliardi, il più alto dal 2007, e il CET1 ratio al 13,4%. Pertanto, anche gli analisti non si dicono particolarmente preoccupati per le sorti della prima banca tedesca. “E’ vittima di un mercato irrazionale”, hanno commentato gli analisti Citigroup.

In occasione del Consiglio europeo tutti i leader, inoltre, hanno rassicurato sulla tenuta del sistema bancario europeo. In una dichiarazione congiunta dei 27 si legge: “E’ resistente, con posizioni solide in termini di capitale e liquidità”. Rassicurazioni sono pervenute anche dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha affermato:  “Il settore dell’area dell’euro è resiliente, perché dispone di solide posizioni patrimoniali e di liquidità  E’ forte perché abbiamo applicato tutte le riforme normative concordate a livello internazionale dopo la crisi finanziaria globale”.

Eppure, si sono registrate vendite per tutto il settore bancario in Europa. A Francoforte Commerzbank ha perso il 5,45%, a Piazza Affari Unicredit il 4,06%, a Parigi SocGen il 6,1%. Alla Borsa di Zurigo Credit Suisse e Ubs hanno ceduto rispettivamente 5,5% e il 3,8% dopo che è circolata la notizia di un’indagine del Dipartimento Usa per presunti aiuti forniti alla Russia nonostante le sanzioni europee.

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