Aumentano di ora in ora le tensioni innescate dopo il golpe in Niger. Burkina Faso, Mali e Guinea hanno minacciato ritorsioni in caso di intervento dell’Ecowas. L’Ue sta ancora valutando se e come intervenire e offre ai suoi funzionari la possibilità di lasciare il Paese su base volontaria
di Corinna Pindaro
Il Colpo di Stato in Niger, avvenuto nella notte tra il 26 e 27 luglio, che ha estromesso il presidente Mahammed Bazoom, ha contribuito ad accentuare l’instabilità di una regione in cui già negli scorsi anni, tra il 2020 e il 2022, si erano susseguiti altri golpe nei Paesi vicini, Mali e Burkina Faso. Bazoom era considerato un alleato-chiave nei Paesi occidentali e il fatto che sia stato rovesciato ha innescato i timori di una ulteriore degenerazione degli equilibri di una regione sempre più risente della violenza delle bande armate e delle forze golpiste. Le preoccupazioni si acuiscono nel momento in cui si considera che le giunte militari di Burkina Faso, Mali e Guinea, si sono schierate contro l’ultimatum di sette giorni imposto dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) e minacciano reazioni nel caso del “uso della forza” paventato dal blocco di Paesi.
Nel frattempo la Ue sta valutando come – e se – intervenire su Niamey, offrendo al suo personale la chance di abbandonare il Paese “su base volontaria” I singoli governi sono già all’azione con i rimpatri, accelerati mano a mano che cresce la tensione fra la nuova giunta di Niamey e gli ex partner occidentali.
“Il governo italiano ha deciso di offrire ai nostri concittadini presenti a Niamey la possibilità di lasciare la città con un volo speciale per l’Italia. L’Ambasciata a Niamey resterà aperta e operativa, anche per contribuire agli sforzi di mediazione un corso”, ha scritto in un post su Twitter il Vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani.
La Francia, invece, ha già avviato l’evacuazione dal Niger dei suoi connazionali. “Tenuto conto della situazione a Niamey, delle violenze perpetrate l’altro ieri contro la nostra ambasciata e la chiusura dello spazio aereo che lascia i nostri connazionali senza possibilità di lasciare il Paese con i propri mezzi, la Francia prepara l’evacuazione dei suoi cittadini e dei cittadini europei che desiderano lasciare il Paese”, ha annunciato in una nota il Ministero degli Esteri di Parigi. .
Secondo diversi analisti internazionali dietro il golpe in Niger si celerebbe lo zampino russo. L’ipotesi gridata a gran voce da Kiev poggerebbe su un accordo siglato tra il gruppo Wagner e i golpisti in vista di una successiva “estensione” anche in Mali.
La situazione in Niger, ad ogni modo, preoccupa su più fronti. Non solo per quanto riguarda le tensioni geopolitiche ma anche dal punto di vista economico perchè si teme una crisi dell’approvvigionamento dell’Uranio per l’Europa. Il Niger è primo paese di provenienza dell’import comunitario di una materia prima fondamentale per l’energia nucleare, con una quota che si avvicina al 25% del totale. Per ora, però, il portavoce della Commissione europea Adalbert Jahnz ha riferito che “non vi è alcun rischio di approvvigionamento per l’uranio», evidenziando che «le utility hanno scorte sufficienti di uranio per mitigare l’offerta a breve termine, e a medio e lungo termine ci sono abbastanza depositi sul mercato mondiale per coprire i bisogni che abbiamo accertato”.
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