di Mario Tosetti
Dopo l’incontro del Consiglio direttivo, la Banca centrale europea (BCE) ha ufficializzato la conferma dei tassi per l’area euro, rispettando le aspettative dei mercati e degli analisti. La sorpresa è venuta con l’annuncio di una graduale diminuzione dei titoli detenuti nell’ambito del piano anticrisi Pepp a partire dalla seconda metà del 2024, una mossa già in corso per il programma App.
La BCE aveva precedentemente affermato di voler rinnovare integralmente i titoli del Pepp fino a fine 2024. Tuttavia, l’attuale comunicazione evidenzia l’intenzione di ridurre tali titoli di circa 7,5 miliardi di euro al mese nel secondo semestre e di terminare i rinnovi di bond dal termine del 2024. Pertanto, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è confermato al 4,50%, il tasso sui depositi è stabilito al 4%, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimane al 4,75%.
L’inflazione nell’eurozona ha registrato un andamento di costante riduzione, attestandosi al 2,4% a novembre e distanziandosi meno di mezzo punto percentuale dall’obiettivo ufficiale della BCE (2% simmetrico). La Banca si aspetta un breve aumento nei prossimi mesi, ma prevede un calo dell’inflazione per l’area valutaria, con stime del 5,4% per quest’anno, del 2,75% per il 2024 e del 2,15% per il 2025.
Christine Lagarde, presidente della BCE e recentemente in convalescenza dal Covid, ha espresso preoccupazione per le elevate pressioni sui prezzi durante la conferenza stampa al termine della riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo. “Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia”, ha dichiarato, aggiungendo che non ci sono state discussioni o dibattiti sulla riduzione dei tassi tra i membri del Consiglio.
L’inflazione dovrebbe aumentare questo mese a causa dell’incremento del costo dell’energia. “Nel 2024, ci aspettiamo che l’indice dei prezzi al consumo scenda più lentamente, a causa di ulteriori effetti base al rialzo e della graduale eliminazione delle misure fiscali precedenti volte a limitare le ripercussioni dello shock dei prezzi dell’energia”, ha previsto Lagarde. Ha inoltre notato che, nonostante le pressioni sui prezzi interni rimangano elevate, tutte le misure dell’inflazione core sono diminuite in ottobre, principalmente a causa della forte crescita dei salari e del calo della produttività. Infine, ha osservato che le misure delle aspettative di inflazione a lungo termine si attestano per lo più intorno al 2%, mentre alcuni indicatori di mercato della compensazione dell’inflazione sono scesi da livelli elevati.
(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati