L’escalation retorica tra il primo ministro israeliano e il presidente turco, Erdogan, insieme alla gravosa situazione sanitaria a Gaza, dimostrano la complessità dell’attuale conflitto tra Israele e Hamas. Insieme all’allarme sullo stato degli ospedali, emergono testimonianze inquietanti di abusi sulla popolazione civile
di Corinna Pindaro
Una guerra di parole ha scosso recentemente la scena politica internazionale, con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan che ha lanciato critiche severe contro l’approccio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla crisi in atto tra Israele e Hamas. “Quello che fa il premier israeliano non è da meno rispetto a quello che ha fatto Adolf Hitler. Oggi la Germania continua a pagare il prezzo di Hitler, e per questo motivo non alza la voce”.
La risposta di Netanyahu non si è fatta attendere, ribattendo con altrettante accuse severe nei confronti del leader turco. “Erdogan, che commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al suo regime, è l’ultimo che può farci prediche” ha dichiarato. “Il nostro è l’esercito più morale al mondo, che combatte ed elimina l’organizzazione terroristica più disgustosa e crudele al mondo: Hamas-Isis, che si è macchiata di crimini contro la umanità e che Erdogan invece loda, offrendo anche ospitalità ai suoi dirigenti”. ha aggiunto il premier. Questo litigio verbale avviene su uno sfondo di crescente tensione e pericolo, in particolare per la popolazione di Gaza.
La direttiva dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha indicato la situazione a Gaza come di “grave pericolo”. Gli ospedali, infatti, stanno funzionando con difficoltà: solo 15 dei 36 ospedali della Striscia sono pienamente operativi.
Nonostante questo, gli scontri armati continuano. Mentre le forze di difesa israeliane persistentemente bombardano Gaza, l’Hezbollah ha lanciato circa 90 droni e razzi verso Israele. L’esercito israeliano segnala anche perdite tra le proprie file, con altri tre soldati caduti in combattimento.
Un aspetto particolarmente preoccupante del conflitto riguarda le gravi accuse di abusi sulla popolazione civile, emerse dal reparto di psichiatria del centro medico Ichilov di Tel Aviv. Secondo Renana Eitan, responsabile del centro, molti degli ostaggi liberati hanno subito gravi abusi fisici e mentali. Questi episodi di tortura includono l’uso di droghe e abusi sessuali, compresi su minori. Queste testimonianze mettono ulteriormente in luce la gravità e l’atrocità della situazione attuale.
I rapporti internazionali si stanno infiammando, mentre la situazione umanitaria a Gaza rimane critica. Dunque, è evidente che vi sia un urgente bisogno di risoluzioni pacifiche e umanitarie in vista del crescente tollerante di sofferenza umana in tale regione.
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