di Emilia Morelli
Franco Gabrielli, il viareggino ex capo della Polizia, è chiamato da Mario Draghi ad assumere un ruolo politico. La dicitura corretta è sottosegretario delegato dal Presidente del Consiglio per i servizi di informazione e sicurezza. La formulazione nasconde un doppio incarico senza precedenti storici, una delega ai Servizi Segreti e, al contempo, la veste di consigliere sulle questioni inerenti la sicurezza.
Il perché il Premier Mario Draghi si sia rivolto a Gabrielli per una delega tanto delicata per gli equilibri del paese, soprattutto considerate le contingenze storiche, è da rinvenirsi nel curriculum vitae del “superpoliziotto”. Laureato in Giurisprudenza e poliziotto dal 1985 ha ricoperto nel corso della sua carriera molti incarichi istituzionali di rilievo. E’ il più giovane dirigente del Sisde, il servizio segreto per le informazioni e la sicurezza democratiche. All’indomani della tragedia del terremoto a l’Aquila viene nominato Prefetto della città capoluogo dell’Abruzzo, con il compito di far fronte all’emergenza e di vigilare che negli appalti per la ricostruzione della città non vi fossero infiltrazioni criminali. Viene nominato, poi, capo della Protezione Civile e si occupa di far fronte ai disastri naturali che, purtroppo, caratterizzano il belpaese, è negli anni del suo incarico che avviene il “miracoloso recupero” della nave Costa-Concordia. Dopo essere stato Prefetto per la Città di Roma, viene nominato Capo della Polizia-Direttore Generale della pubblica sicurezza.
Un curriculum, che seppur riportato in maniera schematica, da solo basta a far comprendere le ragioni che hanno spinto Mario Draghi a rivolgersi a Franco Gabrielli per un incarico tecnico da svolgere con la perizia e la professionalità che ha contraddistinto la carriera dell’ex dirigente del Sisde. La nomina di Gabrielli, peraltro, secondo un’opinione diffusa porta con sé una ventata di serietà e competenza in ordine a uno punti cardine per il sostentamento del paese, qual è la sicurezza nazionale.
Storicamente, nel 2012, anche Mario Monti aveva affidato la delega ai servizi segreti ad un ex capo di Polizia, Gianni de Gennaro. La differenza sostanziale tra le due nomine consta, però, nel momento storico che stiamo vivendo in cui la crisi economica è aggravata dal disagio sociale causato dal covid. Una situazione precaria, fondata su equilibri instabili, e quanto mai difficile da gestire. Sia durante la prima che la seconda ondata pandemica Gabrielli, in veste di Capo della Polizia, nei suoi costanti contatti con la ministra dell’Interno Lamorgese, ha sempre raccomandato l’impiego di indennizzi effettivi da erogare ai cittadini per prevenire manifestazioni violente e scontri che sarebbe stato, poi, difficile arginare e si è fatto portatore della necessità di conferire maggior impulso all’attività informativa al fine di cogliere preventivamente i segnali di disagio sociale.
Ricordiamo che la nomina di un’autorità delegata alla sicurezza nazionale è stata uno dei punti salienti di contestazione all’ex Premier Giuseppe Conte, il quale ha mantenuto per sé la delega per tre anni a Palazzo Chigi salvo assegnarla poco prima della fine del suo mandato.
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