L’imprenditore italiano, titolare della Leonardo Group, dopo Roma a Maputo ha dato vita ad una realtà che ha coinvolto più di 4.000 giovani, ai quali offre una nuova prospettiva di vita. “E – dice – siamo solo all’inizio“
di Giulio Talarico
In Mozambico c’è una grande storia di sport e solidarietà tutta di marca italiana. È il Progetto Colors fondato da Simone Santi, un poliedrico imprenditore italiano, da tempo trapiantato a Maputo, benchè sempre in giro tra l’Italia, l’Africa e il Medio Oriente, per sostenere la crescita del suo Leonardo Group. Per raccontare questa storia, occorre cominciare col dire che Santi, oggi anche presidente della Camera di Commercio Europea e della Camera di Commercio Italiana in Mozambico, è un grande appassionato di basket, sport che continua a praticare con l’entusiasmo in un ragazzino tutti i mercoledì e sabato con un gruppetto di giocatori mozambicani, nel campo coperto della Baixa, nella vecchia parte portuale della capitale.
La seconda passione di Santi è la Lazio, naturalmente calcio, ma soprattutto basket. La genia dei Santi, del resto, a Roma da sempre vuol dire S.S. Basket Lazio. Il padre Gianni, il vero capostipite, ma anche il nonno, gli zii e i fratelli di Simone sono tutti da sempre, e molto autorevolmente, in questo sport avendo ricoperto quasi tutti i ruoli, da giocatori a dirigenti. Simone del resto, in questo momento, oltre alle squadre mozambicane, è presidente a Roma di due squadre di basket, una che gioca in serie D maschile e l’altra in serie C femminile.
Il Progetto Colors targato Santi è figlio di questa duplice passione e punta a utilizzare lo sport come occasione di studio e di crescita sociale per i giovani. Nasce nel 2007 nelle periferie laziali (sotto l’egida ed affiliazione, unica del basket, della storica polisportiva biancoceleste, la più grande al mondo), con lo scopo di far avvicinare i ragazzi cresciuti in contesti difficili e precari al mondo della pallacanestro. I Santi, con un gruppo di amici storici, lavorano nelle più difficili periferie capitoline (dal Laurentino 38 a Corviale) tra mille difficoltà, anche perchè reperire i campi regolamentari è sempre un’impresa complicata. Il progetto si rivela però sin da subito un grande successo, tanto da espandersi in Mozambico, dove nel frattempo Simone ormai lavorava assiduamente.
Ed è proprio a Maputo che si rivela il vero potenziale sociale prima ancora che sportivo del Progetto Colors. Il primo centro viene aperto nell’orfanotrofio di Arco Iris a Zimpeto, quartiere popolare alla periferia della capitale mozambicana dove opera anche la Comunità di Sant’Egidio, visitata anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo recente viaggio a Maputo.
Dopo Zimpeto, nell’arco di pochi mesi vengono inaugurati svariati altri centri su tutto il territorio, dalla capitale fino a Pemba la principale città del nord del Mozambico. Simone Santi trova i fondi per aprire in rapida successione vari centri. La maggior parte li finanzia la sua Leonardo Group, in alcuni casi, come ad esempio con Eni, si ottiene la costruzione di play-ground. La grande collaborazione rimane tuttavia nasce con chi opera sul territorio e a fianco dei giovani. Come l’Università dell’Opera Don Bosco, oppure gli orfanotrofi e le scuole locali Il Progetto Colors cresce anno dopo anno. Dalla partenza delle attività sono migliaia i ragazzi tirati via dalla strada, più di 4.000 calcola Santi. Oggi i giocatori e le giocatrici in attività sono 350, un numero impressionante per un paese dove il basket non è il primo sport nazionale.
Ciò che viene offerto a questi ragazzi è il poter trovare una via di uscita agli ambienti difficili dove crescono e sono abituati a vivere. Lo sport dunque come occasione per studiare, crescere in un ambito sano e stimolante e così poter aspirare a fare una vita normale, magari con una buona prospettiva di lavoro. Ci sono risultati tangibili di questo percorso virtuoso che offre Colors? Centinaia. Simone Santi conosce quasi a memoria la storia delle ragazze e dei ragazzi che sono passati sotto il colori della S.S. Lazio Basket Mozambico. Qui raccontiamo a titolo di esempio la storia di Faby, ragazza orfana di padre e di madre, che grazie ad una borsa di studio messa a disposizione del progetto, ha realizzato il sogno di andare a studiare negli Stati Uniti, più di preciso a Dallas, dove potrà mettersi in gioco come cestista, ma soprattutto sfruttare la grande opportunità di un’educazione di qualità come quella americana.
Un altro episodio importante del Progetto Colors, e di Simone Santi in prima persona, è stata la rinascita di Abdul Jelani, giocatore di basket della NBA, della S.S. Lazio e della Libertas Livorno, caduto in disgrazia a causa di una serie di disavventure e costretto a vivere in un rifugio per senzatetto nella Sun Belt. Dopo aver letto la storia di Jelani su un giornale e dalla sua drammatica caduta in disgrazia, Santi si è messo sulle sue tracce con la grinta dell’imprenditore, deciso, con tutte le sue forze, a riportare in Italia e a vita normale la “mano di Maometto” (così chiamato ai tempi della sua militanza in Italia). Dopo una ricerca di settimane alla fine Santi lo ha rintracciato tra gli homeless di una cittadina del mid-west americano. Senza esitare, Santi è andato a prenderlo e poi gli ha offerto un ruolo da allenatore nella sue squadra. Offerta accettata con commossa passione dall’ex stella Nba. Una storia memorabile che ha fatto il giro del mondo e che è anche servita a far capire al grande pubblico quale fosse l’idea di basket solidale di Santi e come funzionasse nella realtà il progetto Colors.
Il Progetto Colors del resto è tutto qui, consiste nel recupero dei più deboli, dei meno fortunati di chi si è perduto. Colors, insomma, è sinonimo di rivalsa, solidarietà e prospettiva futura. E’ una realtà veramente sorprendente, che a girarla colpisce molto. Ho avuto la fortuna di conoscerla da vicino, di toccare con mano come funziona. Sono stato invitato da Santi a visitare i vari campi di Colors a Maputo, che sono disseminati ,come ho detto, nelle periferie e inseriti quasi sempre i circuiti scolastici. Ho portato in omaggio alle ragazze della S.S. Lazio Basket Maputo le maglie di Associated Medias, la nostra agenzia di stampa. Ho così avuto la possibilità di guardare gli allenamenti e anche una partita della Seria A mozambicana in cui milita la prima squadra femminile della S.S. Lazio. Una squadra, neanche a dirlo, composta al 100% da ragazze del vivaio del Progetto Colors. Ragazze speciali, molte già mamme, quasi tutte studentesse. Ho giocato con loro, ma soprattutto mi sono fermato a parlare con loro. Mi hanno raccontato dei loro studi, dei loro sogni. Mi hanno descritto delle loro giornate, non proprio semplici: molte per arrivare nei campi viaggiano per ore. Ma fanno tutto con felicità, con la consapevolezza di fare parte di un giro in quale modo privilegiato. Lo fanno con la stessa gioia che si legge negli occhi di Simone Santi, un uomo che ha coronato il suo sogno e che, come dice, “siamo solo all’inizio”.
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